Il caldo era opprimente dall'alto
e si levava soffocante anche dal terreno, quasi a non voler lasciar requie ai
pellegrini. Avanzavano nella campagna assolata a piccoli gruppi, formatisi
casualmente lungo il tragitto, per difendersi dagli assalti dei briganti che
insidiavano quelle piste. Si proteggevano con ugual forza dai dardeggiamenti
del sole con cappucci e lunghe tuniche o all'ombra calda dei carri che
portavano le vettovaglie e gli anziani, più stanchi.
Mancava
ancora molto per arrivare a Compostela. Non parlavano, ma di quando in quando
intonavano salmi ed orazioni penitenziali, cadenzando a quel ritmo i passi del
lento ed inesorabile cammino. In quel modo, sembrava a ciascuno che la propria
fatica facesse, come la voce, un tutt'uno con quella degli altri e fosse
sopportata da tutti quanti insieme in un unico sforzo. Soltanto a sera, dopo
aver acceso il fuoco e consumato un sobrio pasto, quanto la regola del digiuno
lo permetteva, seduti in cerchio, si raccontavano storie terribili e misteriose,
notizie raccolte prima della partenza o lungo il percorso da altri pellegrini o
dagli abitanti dei villaggi durante le soste, riguardanti gli ultimi tempi, il
Giudizio, l'avvento del Millennio e i segni che ne annunciavano l'imminenza.
Alcuni, provenienti dal profondo Sud, narravano di statue della Vergine che
lacrimavano sangue, del volto del Cristo che appariva martoriato sui vetri
delle cattedrali e di alcune case. Dio ammoniva alla preghiera e alla
vigilanza, in modo da non trovarsi impreparati alla fine, come le vergini
stolte. Per contro, anche il Maligno accelerava i tempi della propria
battaglia finale, sferrando colpi mortali contro la società degli uomini e
contro la Chiesa, utilizzando alternatamente le due armi della seduzione e
della paura. Voci di funzionari dello stato e di vescovi corrotti e lussuriosi,
di perversioni dilaganti, del proliferare di violenze indiscriminate verso i
più deboli ed i bambini; senza contare poi il diffondersi di eresie, le più
irrazionali e pericolose, e di falsi profeti, pastori degli inferi. La Grande
Tribolazione dell'Apocalisse sembrava aver avuto inizio: guerre e malattie,
terremoti e disastri naturali non si contavano. Intimoriti, i pellegrini si
stringevano l'uno all'altro intorno al fuoco che lentamente si spegneva.
Comunque, non era il presente a preoccuparli. Il dopo era l'oggetto del
loro timore e contemporaneamente del loro desiderio. Sì, perché anche se essi
ne avevano paura, erano irresistibilmente attratti dall'Anno Mille e desideravano
ardentemente entrare nel Regno che il Cristo avrebbe instaurato. Era il senso
del loro cammino, della loro fede, della speranza che sosteneva la loro esistenza.
Del resto, chi mai potrebbe resistere all'idea di un mondo incompiuto e senza
alcuna direzione?, concluse, prima che si ritirassero per il riposo, un
sàssone, tale Federico N., proveniente da Röcken.
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